giovedì 16 gennaio 2014

UN MONDO DI PIRLA

A chi non è mai capitato di incontrare nel bel mezzo del cammin della propria vita del materiale umano un po' rincoglionito?  Furbo come le capre di Heidi. Interessante e simpatico come un attacco di diarrea a spruzzo.
Ecco, un pensiero a questa gente qua. Un pensiero laterale, ovviamente. Esistono varie sottospecie di pirla.
C'è la scema, quella invasata, quella convinta che la sua parola sia verità assoluta. Questa balenga trascorre le sue impegnative e dense giornate cercando di evangelizzare chiunque si trovi davanti; ogni due parole che dice compare un ringraziamento a Dio. Il fatto che poi, magari, passi i suoi dì commettendo atti impuri, mascherati da azioni di volontariato, non sembra importarle molto. Certo, anche Gesù perdonò l'adultera, ma non per questo l'adultera scassava i maroni a tutti raccontando vita, morte e miracoli di Gesù. Un'altra parte importante della sua giornata consiste nel pubblicare ogni minchiata disponibile sul suo profilo Facebook. In un italiano da denuncia all'Accademia della Crusca. Se Dante e tutta quella banda lì potessero leggere, inizierebbero a darsi all'autolesionismo e alle droghe. Tra l'altro, sarebbero anche facilitati visto che in Italia è stata da poco legalizzata la Cannabis. Il bello è che la sua scoperta di questo social network è piuttosto recente ma, nonostante ciò, in un mese è riuscita a recuperare anni di inattività. Se è stata capace di questo miracolo, le suggerisco di candidarsi per le prossime elezioni: chissà mai che a Palazzo Chigi comincino a fare qualcosa. Come se non bastasse, si fa foriera di principi etici neanche fosse Gandhi. Il fatto che abbia solamente la terza media è per lei una questione secondaria e irrilevante. Per carità, a volte c'è chi studia e il suo cervello rimane delle dimensioni di una mandorla oppure chi non ha studiato ed è comunque intelligente e colto. Però non è questo il caso: la scema o lo scemo, senza distinzioni di sesso, è pirla e, anche se avesse fatto un master all'Università di Oxford, scemo è e scemo rimane.
C'è poi quella che vive nel suo mondo di unicorni e castelli fatati.

mercoledì 15 gennaio 2014

BEGHE DI GOVERNO: I TAFFERUGLI DELLE LARGHE INTESE



Regrediamo. Ogni settimana regrediamo. Siamo ai livelli dei granchi, che camminano all'indietro. Siamo ai livelli di Pippi Calzelunghe, che un tempo recitava nei panni di una bambina un po' bruttina mentre ora si è data al porno.
Il nostro Matthew, Matteo Renzi, ha sentito il bisogno di chiarire le sue idee e le sue posizioni, soprattutto con Nerigo, Enrico Letta, e Alfy Alfy, Angelino Alfano. E ha deciso di scrivere una lettera, pubblicata su La Stampa. Avete presente le amiche dodicenni che litigano e poi si scrivono le lettere con i cuoricini? Ecco, ecco a che punto siamo arrivati. Secondo me adesso, per ripicca, Letta risponderà sul Corriere della Sera e Alfano su Libero. Poi tutti gli scritti verranno raccolti in un unico libro, Beghe di governo: i tafferugli delle larghe intese.
Matthew, però, ce l'ha anche con Luca Ricolfi, editorialista de La Stampa, che nel suo editoriale ha paragonato la segreteria di Renzi a Qui, Quo e Qua. E Matte se l'è subito presa. E gli ha risposto che Qui, Quo e Qua saranno pure un po' antipatici, ma almeno qualche problema lo risolvono. Invece, ha continuato Matthew, la classe dirigente è come Paperoga: dove tocca, sbaglia.
Vuoi dire altro, Matte? Magari fai anche qualche sparata sulla magistratura, sulla groviera, sulle tagliatelle di Nonna Pina, sulla Pimpa e su Peppa Pig così fai incazzare proprio tutti.
Quello che più infastidisce Matteo è che tutti critichino il Jobs Act e che pretendano che questa riforma venga solamente fatta da tecnici. E, a dire il vero, su questo non gli si può dare torto: perfino il Financial Times, che di solito ci stronca e ci dice che siamo delle cacche, ha detto che è pieno di aspetti positivi. Tra l'altro, per fare questa riforma, Matthew ha chiesto l'aiuto proprio della gente normale, della gente che ha delle difficoltà magari a pagare i propri dipendenti o a pagare le bollette.
Finalmente una politica a cui importa ciò che pensa il cittadino!
Ecco, a me è venuto un dubbio: non è che gli altri politici siano un po' gelosi di Matthew e del consenso che sta avendo? No, perché le loro giornate sembrano tutte volte a trovare un difetto, una sbavatura a Matte.
Voglio dirvi una cosa: non potete farci niente, è il più figo di tutta la band. Piuttosto che dire che non sa quello che dice o che va avanti con le frasi dei libri di Baricco, pensate voi a delle proposte per la riforma del lavoro o per la riforma elettorale. Poi ne riparliamo.
Poi è arrivato a parlare di Nerigo. Di Letta. Di Enrichetto. Tutti accusano Matthew di voler logorare Letta, dunque lui, con il tatto direttamente proporzionale all'eleganza di Umberto Bossi e inversamente proporzionale all'intelligenza del Trota, ha detto che se Letta si logora è solo perché governa male.
Al PD, per evitare la nascita di una corrente di lì ai due secondi successivi, hanno cominciato a stuccare tutte le finestre.

RIMPASTI E ALTRE FOLLIE: ECCO A VOI LA POLITICA ITALIANA

Non si può star fermi un attimo. Ne succede sempre una. Uno pensa che ciò che è successo il giorno prima sia già abbastnaza, che si sia già toccato il fondo. Poi si sveglia il giorno dopo, guarda il telegiornale e scopre che si è cominciato a scavare. Insomma, quando già le cose vanno maluccio, possono solo andare di merda.
Ovviamente, parliamo di politica. Prima si discute della legge elettorale, senza risolvere niente. Poi si discute di scuola, facendo solo casini. Poi si discute di lavoro, ma è tutto fermo. Ed ecco che, di punto in bianco, i problemi dell'Italia passano in secondo piano. Sì, perché, non so se ci abbiate fatto caso, negli ultimi due o tre giorni una parola, un grido risuona. E non è: "Alleluia!". Non è proprio un Alleluia, quello lo grideremo quando Camillo Benso, conte di Cavour, risorgerà e sostituirà tutte le leggi balenghe fatte in questi ultimi anni con lo Statuto albertino.
Cretinate a parte, la parola che risuona in questi ultimi giorni è rimpasto. E già il fatto che si paragoni la politica a una ricetta vi fa capire in che mani siamo finiti. Praticamente il nostro premier, Enrichetto Letta, vorrebbe mettere nella squadra di governo alcuni esponenti renziani. Praticamente già vanno poco d'accordo così, all'interno della maggioranza, figuriamoci mettendo ministri renziani: così non solo ci saranno scontri tra PD, Nuovo Centrodestra e Scelta Civica. Ci saranno scontri anche all'interno del PD.Come mandare in dissenteria un Paese che già soffre di irregolarità intestinale in una semplice mossa.
Enrico, per piacere. Per piacere! Guarda che il rimpasto non porta bene. Guarda, io te lo dico per esperienza personale: quando sto cucinando un dolce, lo lascio lì, perché magari suona il telefono, e poi ricomincio a rimpastarlo dopo la telefonata, di solito viene una schifezza. Viene una roba triste, tutta molle e sottile. Non vorrai mica far fare la fine del mio dolce al governo? Rifare il mio dolce costerà, si e no, cinque euro, rifare un governo, tra elezioni e balle varie, costa quattrocento milioni di euro. Pensaci bene, Nerigo: guarda che neanche Veronica Lario prende tanto così di mancia dal Berlusca!
Comunque Matteo e i suoi non sono così favorevoli al rimpasto, dicono che non gli conviene.

martedì 14 gennaio 2014

LETTERA ALL'ITALIA

Cara Italia,
non è forse vero che hai passato periodi migliori? Non è forse vero che c'è stato un tempo in cui quelli che ti governavano non erano inquisiti? Non è forse vero che, una volta, le uniche cose che cadevano erano le foglie in autunno, mentre ora franano le bellezze di Pompei?
Italia, cara e bella Italia. Forse anche noi italiani ti amiamo di meno. Non c'è più la passione di una volta. Però, converrai anche tu, è difficile amarti in questo momento.
E' difficile, per un giovane o per un quarantenne, amare un Paese in cui le uniche persone al sicuro sono politici e anziani, questi ultimi sempre meno, a dire il vero. E' difficile amarti dopo aver dato un'occhiata agli altri Paesi europei.
E' difficile amare un Paese che è sempre indietro.
Come si può avere uno sguardo amorevole verso un Paese che non spende più di due euro per la ricerca? Come si può avere uno sguardo amorevole verso un Paese in cui i giovani, per andare all'università, devono spendere il doppio o il triplo rispetto a un giovane di un altro Paese europeo? Come si può avere uno sguardo amorevole verso un Paese dove ogni due giorni si verifica un episodio di femminicido e non si fa niente per risolverlo? Come si può vivere in un Paese dove regna l'omofobia? Come si fa a vivere in un Paese dove si discute solo dei diritti dei soldi, senza parlare dei diritti del cuore e dell'amore?

domenica 12 gennaio 2014

BASTA CUCINA IN TV

Dico la verità, a me piace guardare la televisione. Certo, non mi rimbambisco ventiquattro ore al giorno mettendomi davanti a questa né passo il sabato sera a piangere come un demente davanti a C'è posta per te. Però, quando sono a casa e ho finito di fare quello che ho da fare, mi piace stravaccarmi sul divano e guardare un po' di televisione.
Però, da un po' di tempo a questa parte, accade una cosa strana: appena tu accendi la tv, in qualsiasi momento, c'è un balengo qualsiasi che sta cucinando. Sembra che noi da soli non siamo più capaci di farci un piatto di pasta, che, se non ci fossero loro a dirci che la pasta bisogna buttarla nell'acqua che bolle o che per far friggere le patatine c'è bisogno dell'olio, noi non mangeremmo più. Certo, forse a Giuliano Ferrara farebbe bene non mangiare più, ma questo è un altro discorso.
Comunque, tu accendi la tv e vedi gente che cucina. Ad esempio, se verso mezzogiorno vuoi accendere la tv per rilassarti e ascoltare, che so, qualcosa di leggero mentre prepari il pranzo, non puoi. Infatti, accendi Rai 1 e becchi La Prova del Cuoco: un programma condotto da una che sembra lì per caso, che non sa la differenza tra un'insalata e una bistecca, che da piccola non è riuscita a partecipare allo Zecchino d'Oro e ora continua a cantare e ballare le canzoni di questa trasmissione come se fosse rimasta in età d'asilo. Poi c'è anche un'altra signora, che dovrebbe farmi il favore di restare a casa e cucinare le sue robe lì, praticamente una gallina petulante, un'oca ciacolante che ha la voce di una persona stitica che prova a fare la cacca: "Oggi cucino le lasagne al forno". Di contorno a queste due, su cui evidentemente la pasta delle pizze ha lo stesso effetto degli spinelli, ci sono un pubblico urlante e altri mille balenghi che cucinano cose che secondo loro sanno fare solo loro che sono cuochi ma, secondo me, sappiamo fare tutti senza fare tante parole.
Voi direte: "Vabbè, se non ti piace cambia canale!". Infatti. Io cambio canale perché non voglio vedere gente che cucina. Metto su La 7 e cosa mi becco? I menù di Benedetta. Un'altra trasmissione di cucina. No, no e ancora no!!! Questa è un'invasione! Vedi questa che, mentre cucina, parla da sola come se fosse una schizzofrenica, una che si esalta quando la maionese non impazzisce e quando riesce a non far scuocere la pasta. Questa cucina delle cose che una persona con un briciolo di cervello non farebbe mai. Pasta con gli amaretti. Gelato alle uova. Zucchini caramellati. Ma Benedetta? Ma hai fatto uso di sostanze che ti fanno vedere il mondo tutto rosa? Mi metto a mangiare gli zucchini dolci? Di rabbia, forse, visto che evidentemente a mezzogiorno in televisione puoi guardare o gente poco furba che cucina o La signora in giallo. E ne faccio a meno di guardare quella signora porta sfiga, perché non è possibile che dove va lei viene costantemente ucciso qualcuno nelle circostanze più strane, tipo quando cercava di fare due per due senza calcolatrice o stava scrivendo la lista della spesa. E solo lei è in grado di trovare il colpevole!
Spengo la tv. "La guarderò stasera", mi dico. Magari ci sarà qualcosa di meglio.

POLITICI, MUOVETE IL VOSTRO VENERABILE DERETANO!

Non è stato propriamente un buon inizio d'anno per l'Italia. Tra dimissioni di viceministri, clima freddo tra i due uomini del PD, Matthew ed Enrico, scossoni nella maggioranza, sicuramente non si può star tranquilli.
A farci passare dal clima di serena malinconia a quello di preoccupante disperazione ci pensano i dati forniti dall'Istat per quanto riguarda la disoccupazione: in sei anni i disoccupati sono raddopiati, passando da 1 500 000 a più di 3 000 000. La disoccupazione giovanile è poi arrivata al 41,6%. Cosa sta succedendo? Ve lo spiego io.
Praticamente i politici chiacchierano, banchettano, fanno salotto mentre l'Italia declina. Mentre l'Italia va del culo, scusate il francesismo. Praticamente i politici cercano ogni giorno nomi nuovi da dare alla tassa sulla casa, pur non essendo molto portati, cercano di capire quale sia la legge elettorale che possa garantirgli un posto in Parlamento mentre l'Italia va sempre più giù. Si parlava, è vero, di ripresa e tutti avevamo tirato un picccolo sospiro di sollievo. Ora ho capito di che ripresa parlavano: la ripresa a farsi i cazzi loro sulla pelle nostra.
Amici cari, non è forsa giunta l'ora di darvi un andi? Di muovere il vostro venerabile culo? Vi spiego una cosetta: se continuate così, a fare niente, succede che ci sarà sempre meno lavoro e i giovani saranno costretti ad andarsene a frotte. Tra vent'anni l'Italia sarà un Paese popolato da bastoni per la vecchiaia e dentiere.
Matthew, ossia Matteo Renzi, sta mettendo a punto una riforma del lavoro. Il cosiddetto Piano Lavoro o Jobs Act.

sabato 11 gennaio 2014

NOMI E COGNOMI

L'Europa condanna l'Italia. Ci sgrida. Insomma, ci fa il mazzo. Certo, non è una novità. Ormai ci siamo abituati. Ma la domanda è: perché? Per la legge elettorale? No. Per il pareggio di bilancio? No. Per la spending review? No.
L'Eurpoa ci fa il mazzo perché in Italia se due genitori vogliono dare solo il cognome della madre al figlio non possono. E cosa rispondono i politici italiani? Annamaria - adenoidi di piombo - Cancellieri dice che entro tre mesi i meccanismi verranno facilitati. Enrico Letta ha detto che bisogna intervenire subito e che l'Europa ha ragione.
Allora, allora. Solo un pensiero. Laterale, ovviamente. Per carità, è giustissimo dare la possibilità alle madri di dare il loro cognome ai figli. E' anche un passo in avanti per quanto riguarda la parità tra uomo e donna. Poi, voglio dire, gli impiegati dell'anagrafe non fanno una piega se arriva un balengo che vuole chiamare il figlio Silvioberlusconi, tutto attaccato, e poi rompono le palle se una mamma vuole dare il suo cognome al figlio? Però, cari Letta e Cancellieri, non vi sembra che in Italia ci siano altre urgenze?
E' da anni che vi viene chiesta una riforma decente del lavoro e voi fate solo cagate (senza bisogno dell'Enterogermina, tra l'altro); è da anni che vi viene chiesto un riconoscimento per unioni civili, omosessuali e non, e non fate niente; è da anni che dovete fare questa maledetta riforma elettorale e siete ancora lì a cinchischiare... E ora, per questa storia dei cognomi che, con tutto il rispetto, ma rispetto ad altre problematiche è una minchiata, vi mobilitate subito? E' come se ci fosse un'edizione straordinaria del Tg1 perché a Berlusconi è venuto un capello bianco e non per la caduta del governo. Come se Spiderman non si mobilitasse per scoprire il colpevole di un omicidio ma si muovesse perché un bambino ha mangiato di nascosto due biscotti.
E poi mi chiedo un'altra cosa. L'Europa si lamenta perché non c'è la possibilità di avere il cognome delle madri. Io penso che dovrebbe anche condannarci per alcuni nomi che i genitori scelgono per i figli.

venerdì 10 gennaio 2014

SCUOLA: SIAMO SU SCHERZI A PARTE?

Ma perché non parlare un po' di scuola? Per gli insegnanti è stato decisamente un buon inizio d'anno. D'altronde, come potrebbe essere altrimenti quando minacciano di decurtarti centocinquanta euro dallo tuo già non ricchissimo stipendio?
Ma praticamente cos'è successo? Praticamente i nostri amati politici hanno deciso che il leggero aumento degli stipendi degli insegnanti avvenuto nel 2013 per gli scatti di anzianità, bloccati negli anni precedenti, doveva essere restituito allo Stato. E ha deciso di rateizzare questa restituzione: centocinquanta euro al mese, appunto. Un po' come quando compri i materassi e non hai i soldi per pagarli subito. Solo che se compri i materassi, paghi e i materassi te li tieni tu. Invece qui lo Stato non ha più una lira e, al posto di risparmiare tagliando i costi della politica, chiede i soldi agli insegnanti.
La scuola è diventata un po' come il benzinaio: quando la macchina rimane a secco, si va da lui e si mette benzina. Quando lo Stato rimane a secco, taglia nella scuola.
Se andiamo avanti così, tra dieci anni gli studenti studieranno guardando le repliche di Superquark su Youtube; così non dovranno nemmeno più portare a scuola la carta igienica da casa o chiedere al prof di andare in bagno: mettono in pausa ed espletano i loro bisogni direttamente sul proprio water.
La nostra ministra dell'Istruzione, Maria Chiara mozzarella in Carrozza, ha detto di non sapere nulla di questa storia dei centocinquanta euro. Maria? Chiara? Carrozza che si trasforma in zucca? Ma come non ne sapevi niente? Sei la ministra dell'istruzione, mica la ministra del formaggio coi buchi! Chi deve sapere cosa succede nella scuola? Il ministro degli affari esteri? La nonna Pina che sta cucinando le tagliatelle?
Però, perché bisogna poi dire anche la verità, si è subito schierata contro questa iniziativa. Anche il nostro Matthew, Matteo Renzi, ha detto la sua: ha dichiarato che credeva di essere sul set di Scherzi a parte. Io, Matthew, ti stimo... Però mi hai rubato una battuta! Comunque ha ragione anche lui: si taglia, si taglia e ancora si taglia nella scuola ma gli stipendi dei politici rimangono gli stessi. Un insegnante prende in media millecinquecento euro, un politico sei volte tanto. Sai che risparmio se gli stipendi dei politici venissero tagliati anche solo, mettiamo, di un quarto?
Comunque è poi tutto rientrato.

giovedì 9 gennaio 2014

SCUOLA MATERNA STATALE "PALAZZO CHIGI": UN COVO DI RIPETENTI

E' finito un anno, ne è cominciato un altro. Ogni trecentosessantacinque giorni è la solita solfa. Finita l'indigestione di panettoni, pandori, spumanti, si torna alla solita vita di sempre.
Anche i nostri politici, dopo essersi ritirati per il periodo natalizio ai Caraibi e in quel di Cortina, tornano alla loro vita di sempre, alle loro beghe da terza elementare.
Il nostro premier, Letta, vuole trovare un'intesa con i partiti della maggioranza sull'agenda di governo per questo 2014. L'agenda ha preso il nome di "Impegno 2014". Ora, Enrico caro, sei sicuro di aver scelto il nome adeguato? Perché secondo me la parola impegno associata a governo è pura utopia. Come la parola neurone associata a Homer Simpson. Come l'espressione voce melodiosa associata al ministro Cancelieri. Come l'aggettivo profumata associato a merda.
Andiamo più a fondo, però. Cosa prevede questa agenda di governo? Nessuno lo sa. O meglio, i punti fondamentali sono sviluppo, lavoro e riforme. Peccato che nessuno abbia idee su come risolvere questi tre nodi. Se si passa davanti a Palazzo Chigi e si vedono tante lampadine accese è perché i politici sono seduti sul water che pensano e ripensano come salvare il nostro Paese.
Comunque Letta è fiducioso: si è incontrato con quelli di Scelta Civica che sembrano d'accordo sulla sua agenda e anche Alfano sembra sulla medesima lunghezza d'onda. Enrichetto nostro è un po' preoccupato solo per quel che riguarda il PD: per alcuni le proposte di Letta in campo economico e sociale sarebbero troppo riformiste. Ma ci rendiamo conto? Letta, uomo PD, teme non che gli altri partiti gli rompano le palle, ma che sia il suo partito a fracassargli i maroni. Un po' come se alla maturità i professori interni ti mettessero i bastoni tra le ruote e quelli esterni ti passassero le domande della terza prova. Come se Silente avesse paura di Harry Potter e non di Voldemort.
Siamo alla follia! Però, intanto, tutto è fermo. L'unico che si muove, manco a dirlo, è Matthew. Matteo Renzi. Sì, perché, mentre gli altri si incontrano amabilmente per il te delle cinque parlando di cosa gli è stato portato da Babbo Natale e cosa la Befana, intervallando i due discorsi con una chiacchierata sulla situazione del nostro Paese, lui ha parlato con Monti, preparato un testo sulle unioni civili e sta mettendo a punto il Piano Lavoro. Praticamente gli altri sono coricati sul divano, lui invece gira il sugo, stende i panni, pulisce il bagno, mette a bollire l'acqua per la pasta e cucina l'arrosto.
Siccome sta anche brigando per la legge elettorale, tutti hanno paura che voglia andare alle elezioni in primavera. Nello scenario politico italiano è talmente inusuale che qualcuno si dia da fare, che appena succede si grida alla catastrofe. Matthew dice che i politici che hanno paura del suo attivismo sono semplicemente attaccati alla loro poltrona e al privilegio che questa comporta. Io gli credo. Ci sono politici che sulla poltrona di Palazzo Chigi pagano l'IMU, sapete? E' considerata seconda casa.
Ma veniamo a parlare della legge elettorale. Qui cambiamo scenario: dal clima da terza elementare regrediamo all'asilo. Siamo in un covo di eterni ripetenti.

mercoledì 8 gennaio 2014

SECONDO ME LA DONNA di GIORGIO GABER

Secondo me la donna e l’uomo sono destinati a diventare uguali. In questa nostra epoca, la civiltà si è data un gran da fare per attenuare certe differenze che erano causa di profonda ingiustizia. C’è stato un graduale avvicinamento, nel modo di comportarsi, di sentire, di pensare. Insomma, di vivere. Fino alla tanto sospirata parità. Però, secondo me, all'inizio di tutto, c'è sempre una donna.
Secondo me, la donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A volte persino nell'amore.
Secondo me, una donna innamorata imbellisce. Un uomo... rincoglionisce.
Secondo me in un salotto, quando non c'è neanche una donna, è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c'è neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me un uomo che dice di una donna: "Quella lì la dà via", meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me una donna che dice ad un uomo con cui sta facendo l'amore: "Come con te con nessuno", andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore, non si può usare il termine sfigata.
Secondo me gli uomini, si sono sempre occupati del potere sulle cose, le donne del potere sulle persone. Ma questa è seria, non c’entra niente.
Secondo me le donne, quando ci scelgono, non amano proprio noi, forse una proiezione, un sogno, un’immagine che hanno dentro. Ma quando ci lasciano, siamo proprio noi quelli che non amano più.
Secondo me, una donna che si offre a un uomo sessualmente ed è respinta rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: “E già, lui si difende...  Ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente ... Oppure si sente bloccato dall'eccessiva eccitazione”. Il fatto che lei possa non piacere è un'ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna: l'angelo ingannatore. L'ha detto Baudelaire.
Donna: il più bel fiore del giardino. L'ha detto Goethe.
Donna: femina maliarda. L'ha detto Shakespeare.
Donna: sei tutta la mia vita. L'ha detto un mio amico ginecologo.

sabato 28 dicembre 2013

NON POSSO VIVERE SENZA PARACETAMOLO

Nei giorni scorsi è uscita una nuova ricerca, di cui il quotidiano La Stampa ha dato conto. Si parla di vitamine: secondo due università, una inglese e una britannica, non servono a nulla. Rien de rien. Insomma, una cippa! Un po' come il Grande Fratello: non serve a nulla, lo criticano in molti ma lo guardano in moltissimi.
Secondo queste due università, le vitamine non servono perché la nostra dieta è ricca di tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E se proprio qualcuno ha bisogno di qualcosa di più, allora deve andare dal medico.
Secondo me hanno ragione loro. Dico i ricercatori. C'è gente che oggi si comprerebbe qualsiasi prodotto prometta di far vedere meno anni di quelli che hai. Ci sono prodotti vitaminici che dicono di farti apparire più giovane di dieci anni, di farti avere l'energia di un ventenne e la gente li compra. Allora, ragioniamo insieme: se hai cinquant'anni come puoi pretendere di avere la pelle liscia come una teglia imburrata e l'energia di un ventenne? O ti piace sognare a occhi aperti o sei pirla. E io propenderei per la seconda ipotesi.
Adesso c'è anche la moda della medicina naturale. "Sai, Gisella, ho avuto la tonsillite la scorsa settimana". "Ah, Margherita. Hai preso l'antibiotico?". "No, figurati: ho fatto sciacqui con lavanda e bicarbonato, fumenti con acqua, menta e sale e bevuto tanto latte e miele". "Ah... E ti è bastato quello per guarire?". "Sì... A dire la verità le mie tonsille sono ancora tutte costellate di placche, però alla fine che cosa può farti guarire completamente?". Allora. A me va bene tutto, va bene che tu non voglia curarti, che non voglia prendere farmaci... Ma se non vuoi contagiare tutte le persone con cui vieni a contatto non è che puoi andare in giro con la mascherina, devi andare in farmacia e comprare gli antibiotici.
C'è chi non può vivere senza sigarette, chi non può vivere senza cioccolato, chi non può vivere senza caffè, chi non può vivere senza Nutella... Io non potrei mai vivere senza paracetamolo. Santa Tachipirina!

giovedì 26 dicembre 2013

SEX ADDICTION

Questa volta con quello che racconterò ho deciso non solo di toccare il fondo, ho proprio già cominciato a scavare. Per fortuna, dopo quello di cui parlerò adesso, potrò solo risalire.
Inizio col dire che questo è un fatto realmente accaduto. Ma è meglio che gli sceneggiatori di film e fiction non prendano ispirazione da ciò che è accuduto, a meno che non vogliano fare un film porno.
Partiamo dai fatti nudi e crudi. Soprattutto nudi, adesso capirete. Siamo in Germania. Durante una serata in un pub, un uomo e una donna si conoscono e cominciano ad apprezzarsi l'un l'altro. Dunque, con la velocità di un toro che si scaglia su un torero, questi due decidono di andare a casa di lei per passare la serata insieme. Fino a qui nulla di strano. Probabilmente né l'uomo né la donna devono avere un buon eloquio e argomenti di cui discutere; probabilmente la televisione era rotta, dunque non si poteva guardare... Così i due decidono, provo a dirlo elegantemente, di passare la notte svolgendo un'attività piacevole ed edificante. Insomma, fanno sesso. Lo fanno una, due, tre volte e a questo punto l'uomo non ce la fa proprio più, vorrebbe salutare la donna e ringraziarla per l'allegra serata fatta passare a lui e al suo allegro e penzolante compagno di merende. Se non fosse che questa donna, non paga del piacere donatole dall'uomo, non volesse proprio smettere quell'allegro gioco e volesse trovare un nuovo montaggio per i due pezzi di lego... Il suo e quello del povero amante. Comunque tutto è bene quel che finisce bene, si fa per dire: l'uomo, messo alle strette, decide di chiamare la polizia. Voi direte: "A questo punto sarà finito tutto, lui verrà liberato e lei internata!". E invece no, quando le cose già vanno male, possono solo peggiorare. I poliziotti, una volta arrivati, sono stati invitati dalla donna a fare sesso di gruppo con lei. Magari la donna segue sempre Affari tuoi in televisione, dunque forse ha esclamato: "Voglio cambiare pacco!". A quel punto i poliziotti hanno risposto: "Rifiuto l'offerta e vado avanti!". La donna è stata denunciata per sequestro di persona e tentata violenza sessuale, mentre il giovane è stato liberato.
A questo punto la donna avrebbe dovuto mettere la testa a posto e provvedere da sé alle sue voglie sessuali. Insomma, con licenza parlando, se ti prude grattatela! Invece no.

mercoledì 25 dicembre 2013

TANTI AUGURI DI NATALE...

"Buon Natale!". In questi giorni queste due parole sono quelle che si sentono di più. Incontri gente piena di borse, col fiatone, che rischia l'infarto pur di urlarti: "Buon Natale!!!". Mi inserisco dunque in questa scia.
Buon Natale a te, Matteo Renzi. Adesso che sei segretario del Partito Democratico, ti prego e ti scongiuro, impara a scandire meglio le parole: non lo dico per me, io ti capisco e ti appoggio quando parli, ma vista l'età media dei politici del PD, non vorrei che al posto di "mulo" capissero "culo".
Buon Natale a te, Antonella Clerici: spero che nel cenone della Vigilia non ti siano andate di traverso le tagliatelle di nonna Pina.
Buon Natale alla lingua italiana. E auguri: visto quello che si legge sui social network, ne ha proprio bisogno.
Buon Natale a Babbo Natale, che dopo il duro lavoro di questa notte starà per un anno in cassa integrazione.
Buon Natale alla Befana, che, pur avendo pagato per anni i contributi, non è ancora riuscita ad avere una pensione, nemmeno la minima.

venerdì 20 dicembre 2013

SE VUOI AMARE IL LATINO LEGGI CATULLO

Non so se l’abbiate sentito. Un papà, un po' di tempo fa, ha mandato una mail al quotidiano La Repubblica amareggiato, indignato e allibito in quanto il figlio si era dimostrato dispiaciuto perché quel giorno non aveva avuto le ore di latino previste, probabilmente a causa dell’assenza del professore o della professoressa. Allora… Prima considerazione: il fatto che un ragazzo si dispiaccia perché manca la professoressa e salta le ore di latino è di per sé preoccupante… Sarebbe come dire che Berlusconi si dispiace se, svegliandosi, si trova nel letto la Carfagna e la Minetti: una cosa impensabile!
Ora parliamo seriamente: questo papà pensa che il latino sia inutile, pensa che il figlio sia uno squilibrato ad amare la letteratura latina, pensa che il latino non serva a nulla. Pensa che sia una materia effimera che non dovrebbe essere insegnata nelle scuole italiane. Critica i politici italiani perché, secondo lui, non dovrebbero far sì che i ragazzi impegnino tante energie per imparare una lingua morta, perché inculca l’idea che questa lingua sia importante e perché, come la lingua che si ostinano a far studiare è morta, così anche loro sono morti.
Per carità, non voglio sicuramente difendere i nostri politici. Però, caro mio, per una cosa che riescono a fare bene, proprio questa devi criticare? Da quello che c’è scritto nella lettera, il figlio avrebbe detto al padre che il latino è cultura. E lui avrebbe risposto che studiare certe materie è inutile, perché con la cultura non si mangia. Potrei dirle di andare da scrittori, intellettuali e, guarda cosa arrivo a dirti, da case editrici, sia grandi sia piccole, poi vedi cosa ti rispondono. Con cosa pensi che mangino, caro mio? Con la ristorazione? Con l’edilizia? Pensi che facciano quel lavoro per hobby e di notte facciano i buttafuori nelle discoteche? No, caro mio, vivono di cultura.
Però, guarda, facciamo finta che tu abbia ragione. Che con la cultura non si mangi. Anche se non serve a nulla, è un arricchimento, non trovi? Per come la pensi tu, anche il preservativo non serve a niente, perché si può rompere. Sì, è vero, si può rompere, ma nella maggior parte dei casi fa sì che si eviti l’Aids e che non ci siano gravidanze indesiderate. Dire che il latino non serve a nulla è come dire che, in questo momento, l’Italia ha una forte stabilità economica e politica: una minchiata! È vero, il latino non lo usi per chiedere al panettiere le pagnotte con la forma dei rostri su cui vennero poste le mani e la testa di Cicerone, non lo usi nei summit economici, non serve per usare il computer… Forse lo usano Mario Monti per parlare al suo cane e Berlusconi, perché pensa che sia la lingua delle ragazze latino-americane… Però questo non vuol dire che non sia importante conoscerlo: forse non ce lo ricordiamo, ma dal latino è nato l’italiano. Un prosatore latino, Quintiliano, ha messo nero su bianco i precetti della moderna pedagogia; Giustiniano ha scritto la prima opera di diritto, il Codex Iuris Civilis. Insomma, non penso sia proprio una lingua da eliminare!
Questo papà, poi, si è arrabbiato perché il figlio ama la letteratura latina… Ma cosa c’è di male se ti piace leggere le opere latine? Non è che il dizionario e i libri di latino servano solo agli uomini bassi quando devono cambiare le lampadine o raggiungere posti alti a cui non arrivano con la loro altezza naturale!

giovedì 19 dicembre 2013

GLI AUGURI DI NATALE DI GIORGIO

La misura è colma. Le palle, a forza di girare, si sono consumate. Giorgio Napolitano ha detto stop. Anche lui si è stufato. Certo, ci ha messo forse un po' di più di noi italiani, però alla fine è giunto alla nostra stessa conclusione.
Durante il tradizionale discorso di Natale, ha mandato di traverso il panettone a molti. Credo che, se avesse semplicemente piantato un vaffa, avrebbe creato meno malumori.
Innanzitutto ha cominciato a dire che valuterà la sostenibilità del suo mandato: "Cari politici, o muovete il deretano o io me ne vo'!". No, non ha detto proprio così. Però il senso quello era, come nelle versioni di latino: a volte non le si traduceva in modo letterale, però il senso c'era. Giorgio ogni tanto la ripete questa frase. Sembra quelle maestre che non riescono più a tenere una classe e allora, isteriche, urlano: "Se non la finite, me ne vado!". Ai bambini non gliene frega niente. E qui, con i politici, mi sa che è uguale. Tra l'altro, quando non ci sopportava più anche la mia catechista diceva la stessa cosa… Peccato che noi continuassimo, sperando che se ne andasse veramente! E, a occhio, è quello che stanno facendo i politici: più Giorgino nostro dice loro di darsi una calmata e di farsi furbi, più loro continuano a macinare minchiate.
Ma non è finita qui. Ha poi detto ai politici di fare le riforme. Conoscendo la pasta dei politici che abbiamo, devono essersi guardati con aria interrogativa, chiedendosi perché toccasse a loro fare le riforme, visto che non sono in un riformatorio.
E poi ha anche parlato della protesta dei Forconi: la politica italiana l'ha ignorata, invece lui, che non si sarebbe potuto nemmeno biasimare qualora se la fosse persa (magari, vista l'età, al posto di guardare il tg poteva giocare a bocce), l'ha portata nei palazzi della politica. Capite? E' come se mio nonno, invece di dirmi che nell'orto ha piantato i pomodori, mi parlasse delle novità dell'IPhone 5S. Giorgio ha detto che bisogna prestare attenzione a questa protesta e alla gente che vi partecipa, in quanto i problemi che vengono denunciati sono problemi reali. Certo è che, se quest'ovvietà ai politici bisogna spiegarla, allora siamo proprio messi bene.
Ma ecco che arriva il vero piatto forte, quello che ha fatto incazzare praticamente cento corpi ma un'unica mente.

lunedì 16 dicembre 2013

LA PROVA DELL'ESISTENZA DI DIO FIRMATA ERNIE CHAMBERS

A volte noi italiani siamo catastrofici. Crediamo, tra le altre cose, di avere i peggiori politici del mondo. Bene, forse ci sbagliamo. Spostiamoci un attimo nel Nebraska, dove c'è un senatore abbastanza sui generis.
Se da noi i politici al posto di leggere i giornali leggono gli avvisi di garanzia, nel Nebraska intentare cause balenghe sembra l'hobby di molti. Questo senatore, tale Ernie Chambers, ha infatti fatto causa a Dio. Sì, proprio a quello che sta nell'alto dei Cieli. Secondo lui bisogna condannarlo perché responsabile di eccidi, innumerevoli omicidi e calamità naturali. Mancava solo più che dicesse che Dio fosse andato a letto con delle minorenni.
Comunque sia, il giudice ha archiviato la causa, in quanto si è rivelato impossibile notificare la citazione in giudizio all'imputato. Allora, fatemi capire: non è che la causa è stata archiviata perché si è riconosciuto che questo senatore avesse bisogno di una ripassata alla Neuro, bensì perché nessuno conosce la residenza di Dio. Pensa, l'unica costante della storia dell'umanità trattato come un extracomunitario! C'è da sperare che Dio non cerchi mai di sbarcare a Lampedusa, altrimenti qualcuno della Lega potrebbe dargli del ladro.
Comunque, il nostro Ernie non si è dato per vinto, anzi, ha già pensato di far ricorso. Sostiene che la decisione del giudice riconosce implicitamente l’esistenza di Dio e che, di conseguenza, se Dio esiste, si deve riconoscere che è onniscente e se è onniscente allora può considerarsi informato dell’inizio del processo.
Un filosofo mancato! Nemmeno San Tommaso aveva fornito una prova così eloquente dell'esistenza di Dio.

mercoledì 11 dicembre 2013

GENTE CHE VUOLE CAMBIARE L'ITALIA

Oggi voglio scrivere una cosa seria. Non è da me, però su questo ci tengo.
Penso che sia legittimo manifestare e che tale diritto sia sacrosanto. D'altro canto, però, è anche sacrosanto che chi non vuole o non può aderire possa condurre la propria vita normalmente. Non vedo il motivo di bloccare o chiudere le strade. "Per creare disagio", direte. Se ho ben capito, questo sciopero è, detto in parole povere, contro la politica di austerità impostaci dall'Europa e, in seconda battuta, dal governo. Però mi sembra che i disagi non vengano creati né all'Europa né al governo, ma solo ai normali cittadini. Qual è il senso di tutto ciò? E' vero che le autombulanze passano e che, per ora, sono garantiti i beni di prima necessità, ma ci sono molte altre situazioni spiacevoli. Ieri mattina ero alle Molinette, il più grande ospedale di Torino e del Piemonte: una signora anziana era nel mio stesso reparto perché, dopo aver subito un intervento, doveva essere medicata. Per tale medicazione serviva l'impegnativa del medico, che la signora non aveva perché ieri, visti i disagi, non è potuta andare dal medico. La stessa cosa è capitata ad altri due signori anziani, uno dei quali era in barella. Magari, se fosse riuscito a raggiungere il medico il giorno prima, non sarebbe finito in queste condizioni. Per non parlare della gente che non riesce ad andare a lavorare, della benzina che ormai scarseggia (con tutte le conseguenze che non c'è bisogno di elencare), dei genitori con figli piccoli che non riescono a tornare a casa perché si trovano le strade bloccate. Io non dico che sia sbagliato manifestare, viviamo in un Paese dove ormai il più pulito c'ha la rogna, come si dice. Però, a mio avviso, una manifestazione ha senso quando non si impedisce ai cittadini di condurre una vita normale.

martedì 10 dicembre 2013

NOTIZIE DIVERTENTI DAL MONDO

La maggior parte della gente si sta completamente rimbambendo: una nuova epidemia si sta diffondendo tra l'umanità, la pirlaggine, anche detta stupidigia acuta.
Ad esempio spostiamoci in Arizona. Una donna quarantasettenne sposata ha letto l'annuncio di un'agenzia dal nome Guns in hire che, letteralmente, vuol dire Pistole in affitto. In realtà, l'agenzia si occupa di procurare comparse per film e serie tv. Comunque la donna, probabilmente con un cervello grosso come un seme d'anguria, pensava che si trattasse di un'agenzia di assassini ad pecuniam, di sicari, di pistoleri a pagamento. Così, come se fosse normale, pensando che potesse essere la soluzione finale per porre fine alle continue liti col marito, non appena l'operatore del centralino dell'agenzia ha risposto al telefono, la donna ha chiesto se qualcuno potesse ucciderle il marito. L'operatore, inizialmente, ha pensato che fosse uno scherzo,. Stupido, per carità, ma pur sempre uno scherzo. Invece la donna ha continuato a insistere, dunque il centralinista ha preso i dati della donna per passarli alla Polizia. Dunque, la nostra è stata condannata a quattro anni di reclusione.
Ma c'è anche a chi sono capitate cose molto, molto più divertenti. Spostiamoci in Germania. Una quindicenne tedesca, evidentemente interessata alla biologia, specialmente a quella dalla vita in giù, ha pensato bene di guardarsi un documentario sugli scambi di coppia. E chi ha trovato tra i vari intervistati? I suoi genitori. Pensate all'imbarazzo!!! I due hanno poi deciso di fare causa alla rete televisiva, perché credevano che non si sarebbero visti i loro volti. Evidentemente, dato il tema trattato, pensavano di essere stati ripresi mentre stavano facendo altro. Il giudice, dando ragione alla rete televisiva, ha così tentato di consolare la coppia: "Non vorrei essere nei vostri panni", ha detto loro. Probabilmente avrebbe voluto essere con loro in ben altre circostanze.

lunedì 9 dicembre 2013

HABEMUS RENZI!

Alleluia! Habemus Renzi. Matthew stavolta ce l'ha fatta. Un pensiero a Bersani, che sarà a Bettola a cantare Amici mai. Comunque sia, Matteo finalmente ha vinto queste benedette primarie. Già l'anno scorso ci aveva provato, ma aveva vinto Bersani. Ricordate? Bersani, quello che ha preferito vincere su altre persone del proprio partito che vincere le elezioni. Speriamo che invece Matteo, dopo aver vinto le primarie, non si dimentichi che l'obbietivo è governare l'Italia, non dividere in correnti il Partito Democratico.
Ora, dunque, l'Italia cambia verso. O almeno dovrebbe. Speriamo solo che nel fare inversione per cambiare verso non vada a sbattere. Matthew, nel suo discorso di insediamento, ha detto che per la prima volta dopo tanto tempo gli italiani si sono fidati di qualcuno. Non voglio rovinarti la festa, Matthew, ma sei sicuro che non abbiano semplicemente scelto il meno peggio?
Però a me piace tanto Matthew. Si vede che è uno con grinta, voglia di fare. E, soprattutto, mentre Bersani diceva le cose per metafore, lui dice le cose. Lui l’ha capito che ci siamo tutti rotti le balle di essere governati da gente che pensa solo ai giochi di poltrona, lui l’ha capito che non ce ne frega niente della decadenza di Berlusconi, del fatto che si sia separato da Alfano. Lui ha capito che vogliamo qualcuno che ci tolga dalla merda, scusate il francesismo.
Ieri sera sarei voluto essere lì, all'Obihall, per fargli semplicemente una domanda. Siccome non c'ero, gliela faccio qua: Matthew, perché in campagna elettorale manca solo che, tra esponenti di partiti politici diversi, vi spingiate sui binari della metropolitana, mentre ora siete come Cip e Ciop, come la famiglia Mulino Bianco?
Perché adesso funziona così: tra partiti diversi vanno d'accordo, all'interno del proprio partito litigano come dei matti, invece tra partiti diversi vanno d'amore e d'accordo. Tipo la moglie che va d'accordo col marito della cognata ma non con il proprio: "Filippo!!! Te l'ho detto un milione di volte che non devi mettere i calzini rossi insieme al maglione blu! Se non fai come dico io non te la do!". Poi, invece, quando si incontrano col marito della cognata, la musica cambia: "Oh, Gesualdo, ma quella maglia blu con quei calzini rossi ti calza a pennelo... Se te la togliessi io ne sarei ancora più felice". Ecco, a questo si è ridotta la politica italiana.
Comunque sia, io mi fido di Matthew. Sembra uno che sa quello che vuole. Certo, adesso bisognerà vedere come si comporterà.

domenica 8 dicembre 2013

I SOCIAL NETWORK

Io, come la maggior parte dei giovani, sono iscritto ai social network. Sono iscritto sia a facebook sia a twitter. Su twitter la vita scorre tranquilla, perché ti fa vedere sullo schermo del pc solo ciò che ti interessa. Facebook, invece, dà spazio a tutti i cretini che circolano sul globo e tu, volente o nolente, sei costretto a vedere le loro cazzate.
Io uso facebook semplicemente per parlare con i miei amici che non posso vedere tutti i giorni: per non spendere migliaia di euro di telefono, scrivo loro usando questo social network. Come me agisce uno sparuto gruppo di individui che usa questo strumento per parlare con i propri amici e per scrivere qualcosa di simpatico sulla loro pagina. Però, purtroppo, ci sono altre persone che questo social network lo usano in modo diverso.
Ci sono quelli che, come se fossero stati colpiti nel cervello da un fulmine che li ha fatti diventare balenghi e sentire onnipotenti, ci comunicano minuto per minuto, secondo per secondo, quello che stanno facendo. "Vado a far pipì", "Adesso mi vesto", "Il mio calzino destro è bucato", "Mi soffio il naso", "Oddio!!! Non mi trovo più il pisello!!!"... Magari non trovassi più solo il tuo pisello, devi aver perso anche il cervello. Al posto di scrivere tutto quello che fai, magari prova a cercarlo. Sarebbe necessario, sai? Così, forse, mi spieghi cosa deve fregare a me di quello che fai e di quello che non fai tu! Cosa me ne frega se ti sei lasciato con la tua tipa? Cosa me ne frega, inoltre, se tu alle 13.02 vai a pisciare e alle 13.03 hai già finito di lavarti i denti? Cosa me ne frega, altresì, se vai in vacanza a Diano Marina e non a Sanremo?
Poi ci sono le ragazzine sedicenni, tutte brufoli e niente cervello. Quelle che, quando vedono i boccoli di Valerio Scanu, urlano di gioia e non di disperazione, per capirci. Ecco, loro, insieme ai coetanei maschi, sono la peggior specie che possa esistere tra quelle che usano i social network. Ci sono quelli che, pur non sapendo scrivere in italiano, scrivono dei poemi con apostrofi e accenti dove non ci vanno e, dove invece ci andrebbero, non li mettono. Ci sono poi quelli che, pur navigando sulla trentina, pubblicano cose che anche un bambino di due anni proverebbe vergogna a dire e a scrivere. Poi ci sono, infine, le quindicenni, quelle che sembra sia successo tutto a loro. Da loro puoi aspettarti tutto, tranne che confessino di essere totalmente rintronate.

sabato 7 dicembre 2013

TESTE DI...

Non so se vi sia mai capitato, ma probabilmente sì. Magari andate a Messa o a una manifestazione del vostro paese e vi guardate attorno. E vedete delle donne, più over cinquanta che under, conciate peggio di un pagliaccio.
Oltre a donne con vestiti pieni di pailette e cose luccicanti nonostante l'età e la loro forma, simile a una palla da bowling, ci sono donne con pettinature piuttosto improbabili. Tu le vedi e ti chiedi chi sia il parrucchiere che abbia osato conciarle in quel modo.
Ci sono donne che escono dal parrucchiere e sembra che abbiano il casco della permanente al posto dei capelli, un grumo unico di capelli che fa sembrare la loro testa un cubo. Poi ci sono altre donne che, per sentirsi giovani, fanno degli esperimenti azzardati: hanno i capelli neri e decidono, per ringiovanirsi, di farsi un ciuffo verde come la cravatta di Maroni oppure rosso come la faccia di Calderoli. Così, d'emblée. I parenti dovrebbero richiedere un test di sanità mentale, perché solo una pazza può fare una cosa del genere. Credendosi figa, per giunta!
Poi ci sono donne, decerebrate ovviamente, che tentano il colpaccio: si tingono i capelli come la Barbie e si fanno i boccoli come lei. Allora, allora. Hai cinquant'anni, ti rendi conto che fai schifo con quei capelli gialli? Ti rendi conto che sembra che qualcuno ti abbia pisciato sulla testa? Poi, secondo me, se una di queste Barbie ossignenate si trovasse in mezzo a un incendio, la sua testa prenderebbe fuoco, è infiammabile.
Poi ci sono quelle che si dipingono i capelli di bianco, che si rasano da una parte della testa o robe del genere. Allora: io vorrei conoscere i parrucchieri che fanno tutto questo. No, perché sarebbero da denunciare! Tu, parrucchiere, gli occhi li hai e hai anche un po' di buon senso, suppongo. Allora lo dovresti capire che una di cinquant'anni conciata come Paris Hilton, una sessantente con la pettinatura di Amy Winehouse, pace all'anima sua, fa cagare da dritto, scusate il francesismo!

venerdì 6 dicembre 2013

UN SEI DI INCORAGGIAMENTO

Parliamo un po' di scuola. E finalmente, proprio riguardo alla scuola, arriva una buona notizia. Buona... Diciamo non pessima, ecco. La scuola italiana è stata promossa dall'OCSE per i miglioramenti in questi ultimi anni. Per carità, rimaniamo al di sotto della media OCSE, però ci stiamo facendo un mazzo così per migliorare la nostra posizione. Insomma, per rimanere in ambito scolastico, ci è stato dato un 6 di incoraggiamento. Se non dimostreremo di migliorare ulteriormente, allora saremo rimandati a settembre.
Ma arriviamo alla notizia nuda e cruda: noi italiani siamo dei "secchioni paura" in matematica e scienze. Menomale che non sono nel campione statistico, altrimenti avrei potuto dire che il calcio è quel gioco che si fa con la palla e l'elettrolisi è un sinonimo di elettroshock. Inoltre, siamo migliorati anche nella lettura. E qui, miei cari, permettetemi un pensiero. Laterale, of course. 
Ecco, a me è capitato di sentire ragazzi leggere. Non sembrava stessero leggendo un testo, sembravano bambini di prima elementare che si allenavano con la divisione in sillabe. Comunque, se l'OCSE dice che leggiamo bene e ci loda, io mi fido. In fondo, è tutta una questione di parametri: magari in Francia i ragazzi faticano a leggere "Je suis", così un ragazzo italiano che riesce a leggere "Li vuoi quei kiwi?" senza impappinarsi come Giurato è considerato un genio.
Comunque sia, gioiamo e rallegriamoci di questo apprezzamento dell'OCSE! Segno che qua in Italia mica si frigge con l'acqua. E sì, perché di presupposti per un miglioramento non ce n'erano proprio: dai tagli fino ai professori che prendono uno stipendio tra i più bassi d'Europa, di certo nessuno pensava che si potesse migliorare. E invece così è andata. Merito degli studenti, ma merito anche di questi professori che tutti i giorni si fanno un mazzo così per, appunto, uno stipendio da fame e per essere considerati dalla maggioranza della gente dei nullafacenti, quando invece il loro lavoro consiste nel preparare le lezioni a casa, nel correggere i compiti a casa, nell'andare a scuola a far lezione e nel sopportare i genitori che, credendo che il loro figlio sia un genio incompreso, quando prende un brutto voto minacciano ricorsi e querele. Questa è la vita dell'insegnante, tutto per 1200 euro al mese, se va bene.
E questo risultato è stato ottenuto nonostante i tagli. Sì, perché nella scuola pubblica si continua a tagliare, però aumentano i fondi destinati alle scuole private. Praticamente alle scuole destinate a tutti i cittadini, anche a quelli più poveri, si tolgono risorse, mentre alle scuole destinate a ricconi e figli di papà si continuano a dare soldi. Non lo so, lì i giardinieri costano troppo e non si può tagliare? D'altro canto perché aiutare chi ha bisogno quando si possono tranquillamente aiutare che hanno un conto in banca equivalente al PIL della Svizzera?
L'ultimo ad agire in tal senso è stato Maroni, il governatore della Lombardia. Gli studenti si sono ribellati e lui si è stupito. "Come mai?", si sarà chiesto. E come mai, come mai! Magari gli studenti si sono rotti i maroni, Maroni! Perché, e questo non solo in Lombardia, ma in tutta Italia, si taglia, si taglia ma non cambia niente. La qualità dell'istruzione peggiora. L'OCSE dice, è vero, che siamo migliorati, ma dice anche che non siamo in grado di accogliere e integrare i ragazzi stranieri, che rimangono irrimediabilmente indietro rispetto agli altri studenti.

mercoledì 4 dicembre 2013

TEMEVA DI ESSERE RICONOSCIUTO


Internet è un mezzo straordinario: permette di metterci in contatto con altre persone, di guardare video, di vedere foto e di informarci. Per fortuna che c'è, altrimenti resteremmo all'oscuro di molte notizie importanti.
Tra i tanti siti di informazioni ne ho trovato uno bellissimo, con le notizie più strane e stravaganti del mondo. Se dopo una giornata nera in cui il vostro capo vi ha strigliati, un esame è andato male o avete avuto problemi di erezione con la vostra compagna, fatevi un giro su questo sito e troverete pane per i vostri denti.
L’altro giorno ho letto questa notizia. Siamo a Los Angeles, dove i ragazzi vanno vestiti nei modi più strani e appariscenti possibili. Un ragazzo di questi, rispondente al nome di Travion Davis, decide di rapinare una banca. Così, di punto in bianco. Già questa decisione sarebbe dovuto essere l’evidente segnale della totale stupidità di questo diciannovenne. Ma no, il nostro Travion voleva proprio far capire a tutto il mondo che il suo cervello ha la stessa consistenza di una pesca marcia, dunque ha tentato di fare il colpaccio.
Vestendosi in modo molto vistoso e appariscente ha pensato: “Se vado a fare una rapina conciato così, mi riconoscono tutti!”. “Come posso fare”, si sarà chiesto, “per passare inosservato?”. E allora, pensaci e ripensaci su, ha trovato la soluzione: è andato a fare la rapina alla banca nudo. Deve aver pensato che sia normale andare in giro nudi. Forse vive in un quartiere popolato solo di prostitute, mi sono detto. Comunque, il nostro Travion, che visto il nome potrebbe pure avere un futuro come pornodivo (chi lo sa?), è uscito di casa nudo per andare a rapinare questa benedetta banca con una pistola. Nudo dove se la sarà messa? È meglio non indagare…
Comunque questo giovane, una volta entrato in banca con le sue grazie al vento, si è fatto dare dagli impiegati della banca quindicimila dollari e poi se n’è andato, correndo nudo tra i vicoli di quella ridente cittadina che è Los Angeles, per le cui strade, lo sappiamo tutti, non è poi che ci sia molta gente… Solo poche migliaia di persone. Insomma, Travion giustamente pensava di passare inosservato. Comunque, la polizia, avvertita dalla banca, stava recandosi sul luogo della rapina quando, avvistato il giovane che correva ignudo per la strada, lo arresta.
Vogliamo commentare? Che bella idea, eh, Travion? E sì, eh… Perché è una cosa normale pensare di fare una rapina in banca. E, soprattutto, è ancora più normale pensare di destare l’attenzione se vestiti in maniera un po’ colorata e invece pensare di passare inosservati se si va in giro nudi. È proprio così: tutti noi andiamo in giro nudi. Adesso vabbè, ci siamo vestiti solo perché oggi abbiamo fatto il vaccino contro l’influenza e nella giornata in cui si fa il vaccino è meglio stare vestiti, sennò noi tutti i giorni andiamo in giro nudi. Io a scuola vado sempre nudo. Quando esco con i miei amici sono sempre nudo. È proprio una cosa normale!
Travion, sentimi bene: ma sei tutto finito? È una domanda pro forma, perché è ovvio che se hai fatto una cosa del genere qualche rotella ti manca per forza. Io mi chiedo i genitori di questo ragazzo come abbiano fatto a farlo così pirla. I pirla poi sono un problema del mondo: infatti, un genio ha comunque dei limiti nella sua genialità, un pirla invece no, riesce sempre a fare una cazzata più grande di quella che ha fatto un secondo prima.

martedì 3 dicembre 2013

CHE CALDO! CHE FREDDO!

Ogni inverno è la solita storia. L’argomento più gettonato è il meteo: tutti si improvvisano meteorologi e dicono la loro sulle temperature.
Pochi giorni fa sono andato dal medico perché avevo bisogno di un certificato medico. È risaputo che ogni volta che vai dal medico puoi anche entrare per primo ma c’è sempre una coda di cento persone davanti a te. Mi chiedo come, in un paese piccolo come quello in cui vivo io, ogni giorno ci sia così tanta gente che stia male… Secondo me qualcuno va lì solamente per passare il tempo.
Comunque, sono andato dal medico e pensavo di stare in sala d’attesa in tranquillità. Invece no. Due signore di una certa età cominciano a parlare. “Sapessi, Giuseppina, cosa non ho passato stanotte. Un freddo, ma un freddo. È una cosa fuori dalla grazia di Dio, guarda… Non ha mai fatto un inverno così!”. “Hai proprio ragione, Luisa. Anch’io stanotte non sono riuscita a dormire… Ero tutta un tremolio, una lastra di ghiaccio… Un freddo, ma un freddo!”. Ma è normale!!! È inverno, fa freddo!!! Hai paura di morire ibernata durante la notte? Dormi con una coperta in più, senti che idea che ti do! Poi non è che ci sia da stupirsi. Non sarebbe normale se in inverno ci fossero quaranta gradi, ma se in inverno nevica e fa freddo allora la situazione è normale! Perché poi io lo so, queste che adesso si lamentano per il freddo, quando magari le temperature si alzeranno un po' per l'imminente arrivo della primavera, diranno: “Oh, ma che sbalzo! Non ci sono più le stagioni… Sembra di stare in estate!”.
Poi, io ci scommetto la mia virilità, quest'estate queste signore si lamenteranno per il caldo. “Un bagno di sudore, Luisa, un bagno di sudore. Ieri pomeriggio mi sono dovuta fare cinque docce!”. È estate, fa caldo… Mi sembra normale.

lunedì 2 dicembre 2013

ITALIA

I bambini. Avete presente i bambini? Quando dicono: "Se non mi dai la costruzione verde io non ti faccio più amico, ti faccio tiè!". Ecco, i nostri politici sono uguali. Solo che qui non è in gioco il pianto di un bambino con la conseguente discesa di un po' di moccio dal naso, qui sono in gioco miliardi di euro. Ormai l'antifona è diventata questa: "Se non fate come dico io, allora facciamo cadere il governo e andiamo a votare!".
Allora, allora. Ve lo dico subito: è inutile che litighiate, tanto non risolvete niente. Cosa credete? L'abbiamo capito che siete lì solo per il vostro deretano, che non ve ne importa una cippa di noi. Evitateci almeno di spendere miliardi di euro per un altro turno elettorale, visto che poi il risultato sarebbe lo stesso.
A volte penso che se i politici ingoiassero un moscerino avrebbero più cervello in pancia di quanto non ne abbiano in testa. Adesso, come avrete tutti sentito, Alfano si è lasciato con Berlusconi. E' finita la più lunga storia d'amore per il cavaliere. E ora Alfy vuole decidere lui l'agenda di governo: allora, Angel, senti una cosa. Si chiamano "larghe intese" dunque, chiamandosi intese, dovete intendervi, mettervi d'accordo... Non è che puoi fare il disbela e decidere tutto tu!
Ma la parte divertente, si fa per dire, arriva quando comincia a enumerare le proposte: più attenzione al lavoro, tagli alla spesa pubblica e riforma elettorale. Allora, amico mio. Allora! E' dalla bellezza di sei anni che tutti diciamo che la legge elettorale fa schifo, che bisogna cambiarla e tu ti svegli adesso? La legge elettorale, Alpha Alpha, ha lo stesso effetto di un lassativo: fa cagare! Però, per piacere, non fare il grandioso adesso. Lo sappiamo che sei stato bravo a tirarti indietro dal Berlusca, che hai tenuto in vita il governo... Però guarda che noi italiani non siamo mica tutti cretini: ci ricordiamo i vari lodi Alfano, tutte le volte che hai difeso il tuo capo, indifendibile, e tutte le cavolate che hai sparato in questi anni.
Poi tutti, anche a sinistra, parlano di lavoro e di tagli alla spesa pubblica. Ma, scusate: è da quando in Italia esiste la politica che si dice che bisogna tagliare la spesa pubblica, che si spende troppo e nessuno ha ancora fatto niente. Date il buon esempio: tagliatevi lo stipendio, dimezzatevelo. Guardate, vivete lo stesso: forse non potrete permettervi lo champagne tutti i giorni, ma potreste accontentarvi dello spumante, che è italiano e vi permette di dare una mano al made in Italy. Per il lavoro non è che ci sia molto da fare: basterebbe togliere un po' di tasse e la gente potrebbe cominciare di nuovo a respirare. Però mi rendo conto che effettivamente sia più facile tassare che decidere di rinunciare ai vostri privilegi. D'altronde, finché c'è gente che ritiene sia più importante difendere un condannato che tentare di salvare un Paese, non possiamo permetterci di pensare che l'Italia cambi verso, come dice il buon Renzi. Matthew.

domenica 1 dicembre 2013

LA SINTASSI E' SEXY!

Voglio affrontare un problema che, probabilmente, molti di voi sentono. Non sto parlando del meteorismo, non sto parlando della stitichezza, non sto parlando dell’eiaculazione precoce… Sto parlando dell’imbarbarimento della lingua italiana.
Non so se ve ne siate accorti, ma nelle mail, su Facebook, negli sms la gente tende a scrivere abbreviando. Scrive una parola lunghissima usando solamente tre lettere. Ad esempio, “comunque” diventa “cmq”, “non” diventa “nn” e “che” diventa “k”. È come se, quando vado in pizzeria e ordino la margherita, mi portassero solamente un po’ di pomodoro. Come se, dopo aver lavorato tutto il mese, mi dessero la metà della busta paga. Come se, dopo aver aperto l’uovo di Pasqua, non trovassi la sorpresa. Come se, durante la Messa, il prete non desse la Comunione. Come se, dopo aver copiato la verifica di fisica dal secchione della classe, avessi preso comunque il mio solito 4!
C’è gente che, però, si sente figa a scrivere così. Non è che lo faccia perché ha dovuto abbandonare la scuola in tenera età e quindi non ha avuto la possibilità di approfondire gli studi. No, lo fa per scelta. Per me questi sono da denunciare all’Accademia della Crusca! Secondo me li processerebbero per omicidio colposo alla lingua italiana. Per stalking al comun senso del pudore e maltrattamenti alla grammatica italiana! Altro che delitto di Avetrana, giallo di Cogne, strage della Costa Concordia! Bruno Vespa si troverebbe a condurre Porta a Porta con il plastico di un dizionario di italiano!
A me questi che scrivono come parla Paperino fanno proprio incazzare, mi fanno montare il nervoso come quando vuoi mangiare la Nutella e trovi il barattolo vuoto… Come quando il tuo migliore amico ti soffia la ragazza che ti piace… Come quando apri la bottiglia di Coca Cola e la bottiglia comincia a dare il meglio di sé, spruzzandoti addosso! Come quando vorresti vedere per televisione un bel film, per conciliare il sonno, e invece ti ritrovi davanti a Vespa che ti spiega che il Berlusca ha cambiato colore di capelli perché quello che aveva prima si avvicinava troppo al rosso e aveva paura di attirare a sé troppi comunisti! Ecco, quelli che scrivono usando parole praticamente inesistenti a me fanno quest’effetto! Mi stanno antipatici quanto la stitichezza!
Ma la cosa che mi fa inalberare di più è che, quando chiedi loro come mai si ostinino a scrivere in questo modo, loro ti rispondono: “Eh, ma è per risparmiare!”. Ma se mi hai rotto le balle per mesi perché ti sei attivato una promozione per avere messaggi gratis illimitati verso tutti che cosa vuoi risparmiare? Il cervello forse, perché non lo possiedi! Al posto del cervello hai un criceto morto nel 1993, una cacca di cane su cui ronzano le mosche!
Poi, per carità, io non pretendo di certo che tutti scrivano come Dante Alighieri. Nemmeno io, come forse si sarà notato, scrivo in terzine, mi guardo bene da dire ad altri come devono scrivere. Però io vedo gente con un diploma, laureta che scrive peggio di mia nonna che ha la quinta elementare! A questo punto dobbiamo ammettere che c’è un problema. Se per dirmi che “comunque non ti ho detto che però si è fatto male Luca” – lascio volutamente perdere la sintassi scadente e le parole sparpagliate a caso, come i denti di Gianna Nannini, giurando che questa frase mi è stata inviata in un sms – mi scrivi che “cmq nn t o dt k xò s è ft ml Luca” allora ci sono dei problemi seri, caro mio… Devi tornare alle elementari, lo sai? Ti potrei denunciare per atto osceno compiuto su aggeggio telematico!
Poi ci sono quei signori e quelle signore, magari sulla quarantina, che per sentirsi giovani cominciano a scrivere in questo modo… Pensano che sia ganzo scrivere come parla uno che si è appena ricevuto un pugno sui denti!

L'ARTE DI AMARE

In Russia è stata aperta da poco una scuola di sesso orale per le ragazze. Praticamente, le ragazze imparano a tenere in bocca una banana. Menomale che ieri Berlusconi è decaduto, altrimenti in Italia sarebbe diventata obbligatoria prima di Capodanno.
Le lezioni consistono in tre incontri settimanali da sessanta minuti ciascuno. Cosa si fa in questi incontri? Si legge l'Ars Amatoria di Ovidio, per... imparare tutti i segreti dell'amore? No, meno teoria, più pratica. C'è una psicologa che illustra a queste ragazze tutti i segreti della fellatio. Queste, poi, devono dimostrare di aver acquisito la tecnica tramite l'esercizio con oggetti simili al tronchetto della felicità maschile. Pensa: due terzi del mondo muore di fame, l'altro terzo si occupa di minchiate... Anzi, di minchie!
Al termine del corso, poi, alle ragazze verrà consegnato un attestato che dimostrerà che queste hanno fatto propria questa particolare arte. Nella pubblicità del corso c'è scritto che le lezioni sono per ragazze timide e amanti poco esperte... Ma, amici russi, una ragazza timida e un'amante poco esperta mica si mettono davanti ad altre persone a dar prova della propria abilità orale. E, con orale, non intendo quello della maturità.